
Non c'è niente da fare, continua la pressione esercitata , su più versanti , contro chi decide di usare i propri immobili per i cosiddetti "affitti brevi": c'è chi li odia, c'è chi li ama, chi dice che deturpano la città e fanno salire i prezzi degli affitti "regolari" alle stelle, e chi invece, dichiara che sia un modo onesto per far fruttare qualche soldino in più ai proprietari, già vessati da ogni tipo di tassazione, e non tutelati abbastanza nei cosiddetti contratti regolari.
Infatti, se uno ha la sfortuna di trovarsi un inquilino moroso e che non vuole andare via, la legge è lenta, lentissima a sgomberare l'abitazione, e i proprietari si trovano "cornuti e mazziati", ovvero non ricevono più gli affitti, ma devono pagare utenze, riparazioni e le varie tasse, come imu e tari.
La nuova manovra economica del 2026,presentata dal governo attuale, ancora in fase di definizione e destinata a passare attraverso i soliti passaggi burocratici prima di approdare in Parlamento, contiene una misura che farà discutere a lungo: l’aumento della tassazione sugli affitti brevi, che passa dal 21% al 26%.
All’inizio l’aumento sembrava riguardare tutto il settore, indistintamente. Poi, con una modifica dell’ultima ora, il governo ha deciso di limitare il provvedimento a chi utilizza le piattaforme online come Booking, Airbnb e simili.
Questa giravolta per far finta di tornare sui propri passi è semplicemente ridicola, in quanto la maggioranza di chi fa affitti brevi, soprattutto tra i piccoli proprietari, si affida proprio a piattaforma online come Airbnb , Booking e Vrbo, che offrono visibilità e pubblicità ai massimi livelli, al contrario di crearsi un sito web da soli, con il tempo e i costi di mantenimento, per poi avere risultati inferiori.
Ora vediamo come va avanti questa manovra, Forza Italia e Lega si dicono già contrari, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare: certo è , che non ci si aspettava da un governo di destra una mossa del genere, anche se le casse dello stato piangono, e bisogna trovare nuovi modi per spennare i cittadini.
A parte quando c'è bisogno di armi da mandare in Ucraina, lì i soldi si trovano subito e senza problemi.....
Colpire fiscalmente proprio chi usa questi strumenti significa, di fatto, colpire quasi tutto il comparto degli affitti brevi. È un teatrino ridicolo, un modo elegante per dire “non ci piace che voi guadagniate senza passare per i canali tradizionali”.
Ma il punto è che questa non è una novità. È solo l’ennesimo episodio di una lunga guerra ,a volte dichiarata, a volte strisciante , contro gli affitti brevi e la libertà dei proprietari di gestire come vogliono il proprio immobile. Le amministrazioni locali, da anni, si inventano ogni tipo di ostacolo: vincoli sulle licenze, divieti per le famose key box (le cassette con le chiavi), regole assurde sui tastierini elettronici, e tasse di soggiorno che crescono di anno in anno.
Tutti tentativi che, regolarmente, finiscono per essere bloccati in sede giudiziaria. I tribunali hanno sempre ribadito che il diritto di proprietà è sacrosanto, e che un Comune non può imporre restrizioni arbitrarie su come un cittadino utilizza la propria casa. Eppure, nonostante le sentenze, la battaglia continua, come se l’obiettivo fosse scoraggiare in ogni modo chi osa mettere a reddito un immobile senza chiedere il permesso a nessuno.
Oltre il dibattito se gli affitti brevi siano positivi o da limitare per preservare le città, a me sembra che ci sia una spinta dall'alto che vuole tarpare le ali, in tutti i modi, ai cittadini che trovano un modo per guadagnare, evitando il sistema di schiavitù del vecchio modello lavorativo del dipendente con contratto.
Grazie dell'attenzione e alla prossima.
Immagine di copertina realizzata con ChatGPT