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L'Euro digitale è rimandato , ma si farà, e la partenza ufficiale della prima circolazione di questa CBDC (Central Bank Digital Currency), targata BCE, è stata rivista verso l'anno 2028, dopo che , dalle attuali stime, gli espertoni economici di Bruxelles hanno capito che la data inziale del 2026, cioè l'anno prossimo, era troppo ravvicinata.
Nel 2026, invece, dovrebbe partire una sperimentazione avanzata, che dovrebbe collaudare questa digital coin super-centralizzata, cioè emessa esclusivamente dalla BCE, e portare, a detta dei creatori e sviluppatori, ad una indipendenza da sistemi di pagamenti esterni come Visa e Mastercard, mentre, nei paesi dell'eurozona, la maggior parte delle soluzioni di pagamento al dettaglio europee è nazionale, prevede solo poche destinazioni d’uso e non ha portata paneuropea, ne è un esempio il sistema "Bancontact", attivo e funzionante solo in Belgio.
Inoltre, l'Unione Europea sente il fiato sul collo di Russia e Cina: il Rublo digitale è già partito nel 2023, non è ancora lanciato e attivo per l'uso di massa, ma è in una fase pilota e di test intensiva, è stato usato per il pagamento di alcuni stipendi e pensioni, e la partecipazione per cittadini e imprese è ancora su base volontaria, ma le previsioni governative prevedono un'accelerazione proprio l'anno prossimo.
Anche lo Yuan digitale sta andando abbastanza spedito, partito nella sperimentazione prima di tutti, nel 2019, esiste già un'app ufficiale utilizzata per pagamenti in diversi negozi e online da centinaia di migliaia di consumatori.
Eh sì, perchè l'idea di fondo è che il nostro portafoglio digitale sia collegato al nostro ID Wallet, con dentro caricati tutti i nostri documenti di identità, e varie informazione sanitarie, legali e disciplinari: e così, si apre uno scenario molto inquietante, perchè questo potrebbe aprire la strada a una sorveglianza capillare, con governi e istituzioni in grado di accedere a dati dettagliati sulla vita economica dei cittadini.
Ulteriori rischi sono legati alla possibilità di introdurre forme di “censura economica”: limitare o vietare determinati acquisti, bloccare transazioni verso soggetti ritenuti scomodi, condizionare i consumi. Alcuni esperti paventano persino una “programmabilità” della moneta, con vincoli d’uso o scadenze temporali, trasformandola da strumento neutrale a leva di controllo politico ed economico. In caso di crisi, la BCE potrebbe imporre tassi negativi, limitare i prelievi o legare il valore della moneta a parametri esterni, come le emissioni di CO2.
L’euro digitale, quindi, potrebbe accelerare la scomparsa del contante, che oggi resta l’ultimo baluardo di libertà economica tangibile, utilizzabile senza infrastrutture o autorizzazioni. La sua eliminazione renderebbe i cittadini totalmente dipendenti da sistemi digitali e dalle decisioni delle istituzioni.
Oltre alla dimensione del controllo, c’è il tema della sicurezza informatica. Un attacco hacker a un sistema così centralizzato potrebbe paralizzare milioni di transazioni, generando perdite enormi. Vi è anche il pericolo di fughe di dati, con conseguenze sul piano commerciale o geopolitico. Inoltre, la progressiva transizione a una società “cashless” rischia di marginalizzare le fasce meno digitalizzate, aumentando l’esclusione sociale.
Negli USA, con il Genius Act, Clarity Act, e l'Anti-CBDC Act, la Presidenza Trump sembra aver preso la strada opposta rispetto a UE, Russia e Cina: con questi Acts, si è deciso una guerra aperta contro ogni forma di CBDC ufficiale della FED, e il sostegno, invece, delle payment stable-coins, con Tether, USDC, e altri ( tra cui la WLFI della famiglia Trump) in prima fila, per acquisire dollari e titoli di stato americani , e seguire tutte le procedure per far approvare le loro stable coins.
Ma, siamo sicuri, come affermano molti esperti che sia una decisione opposta, e non la stessa volontà, ma mascherata in una forma più digeribile dal popolo?
Non è che con questo Genius Act, si vada a trasformare le stable coins in "CBDCs in disguise", una forma travestita di dollaro digitale, in cui, in un modo o in un altro, la FED ci mette lo zampino?
Comunque, per fare in modo che la propria stable coin sia approvata come "payment stable coin ufficiale, bisogna comunque farsi approvare dagli organo governativi USA, e questo va completamente contro ogni concetto di "decentralizzazione", tema tanto caro a Satoshi Nakamoto, e sui cui si fonda il mondo crypto.
Ai posteri l'ardua sentenza 😀
Grazie dell'attenzione e alla prossima.
Immagine dei copertina realizzata con ChatGPT