Accumulare pile di libri, non è una malattia ma un arte! Si chiama tsundoku

@marcelloracconti · 2025-05-24 11:43 · Olio di Balena

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Devo dirvi, amici di HIVE, che ho sempre avuto la passione della lettura. All’inizio, da ragazzino, leggevo giornaletti: Tex Willer, Blek Macigno, Zagor, Alan Ford e il gruppo TNT, Diabolik e altri che non ricordo. Me li scambiavo con i compagni di gioco e, a volte, ne facevo incetta, andando per negozi di libri e giornaletti usati. Li compravo e li mettevo da una parte, sparsi nella mia cameretta, con l’intento di leggerli avidamente, uno dopo l’altro. Invece, alcuni rischiavano di non essere mai letti, perché di giornaletti, o fumetti che dir si voglia, ne uscivano in continuazione ogni settimana e io li volevo leggere freschi di stampa. Poi, da ragazzo, è continuata questa passione per la lettura, diradando i fumetti e preferendo i classici della letteratura. Anche oggi, con un po' di anni sulle spalle, la mia passione è immutata e, quando vado in una libreria, ci sto delle ore, indeciso tra mille titoli e copertine intriganti. Oggigiorno c’è un’offerta vastissima ed è difficile orientarsi e decidere quale testo preferire. Spesso mi succede di acquistarne più di uno, perché, mi dico, sicuramente li leggerò, ma, ahimè, non succede quasi mai. ![20250524_133329.jpg](https://images.hive.blog/DQmP8U6EjuWCdUHBZLZX7SVS7g5tt4sZKxJLnHQa6crNDVT/20250524_133329.jpg) E così mi accorgo che, settimana dopo settimana, a forza di aggiungere, la libreria di casa non ce la fa più a contenere libri. Non trovando posto nei ripiani, sono costretto ad accatastarli uno sull’altro e ormai ogni ripiano ospita le sue pile di libri appoggiati e quasi dimenticati. Mi sono chiesto più volte perché continuo ad accumulare i libri, visto che alcuni probabilmente non li leggerò, e se forse ho una patologia a me sconosciuta. Poi, un giorno, mi è capitato di leggere un articolo che spiegava una parola giapponese: tsundoku. Il termine sintetizza un’arte: quella di accantonare, ammassare, ammucchiare, mettere da parte libri senza leggerli. La parola tsundoku ne congiunge due: tsunde-oku – mettere da parte per dopo – e doku – leggere. E ciò mi ha rassicurato e dato sollievo, perché non sono affetto da malattia, tutt’altro: il mio non è un accumulare libri per non leggerli, li metto intanto da parte perché è sicuro che li leggerò!

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