Salve amici di Olio di Balena, questa è la prima volta che scrivo un articolo all'interno della vostra comunità, spero che gli argomenti che tratto, possono essere di vostro interesse. Generalmente tratto di pittura e libri.
Finalmente, il 20 marzo, dopo 20 mesi di attesa, è stato riaperto al traffico cittadino il Ponte dell’Industria. Per chi non è di Roma, rappresenta un importante nodo di collegamento tra due parti della città densamente popolate: la via Portuense, nella quale confluisce il traffico dei quartieri a sud-ovest della città, e il quartiere Ostiense. Per circa un anno e mezzo, la struttura è stata interdetta al traffico e molti di noi, romani e non, giornalmente hanno dovuto bypassare il ponte, facendo un lungo giro attraverso il quartiere di Testaccio per poi dirigersi verso l’Ostiense.
foto tratta da https://romasitrasforma.it/
I lavori sono terminati per la quasi totalità; rimangono da ripristinare le arcate superiori, attualmente in restauro, e la pista ciclabile. La nuova sezione stradale, più ampia, agevola il flusso del traffico nei due sensi di marcia, rendendolo più scorrevole. L’importanza dell’opera realizzata mi offre l’occasione per dedicare alcune righe di questo post alla sua storia.
foto tratta da https://archiwatch.it/2021/10/03/ponte-san-paolo-poi-ponte-dellindustria
La storia di questo ponte ci porta indietro nel tempo, quando la città di Roma era ancora sotto lo Stato Pontificio. Infatti, quando il 17 marzo del 1861 il primo parlamento unitario proclamò il Regno d’Italia, Roma e il Lazio ne erano esclusi. Per l’annessione all’Italia si dovette aspettare il 1870, quando, il 20 settembre, i bersaglieri del Regno d’Italia, guidati dal generale Cadorna, sfondarono le mura di Roma presso Porta Pia ed entrarono nella città, ponendo fine al potere temporale dei Papi.
foto tratta da https://www.romasegreta.it/tevere/ponte-dell-industria.html
Il ponte fu voluto dallo Stato Pontificio come collegamento per la linea ferroviaria Civitavecchia–Stazione Termini. Prima, i treni si fermavano presso Ponte San Paolo. Il progetto fu affidato all’ingegnere Barthélémy e la sua costruzione avvenne tra il 1862 e il 1863: il ponte venne assemblato e fuso nel Regno Unito, mentre la realizzazione in loco fu affidata a una ditta belga.
La struttura, lunga 131 metri e larga 5 metri, era costituita da arcate in ferro e ghisa a tre luci, sorrette da 12 grandi piloni in ghisa riempiti di calcestruzzo. La parte centrale del ponte, all’occorrenza, poteva sollevarsi per consentire il passaggio delle navi mercantili dirette al porto fluviale di Ripa Grande. Il Ponte dell’Industria fu inaugurato il 24 settembre del 1863 da Papa Pio IX.
Successivamente, nel 1911, a seguito dell’aumento del traffico ferroviario e della costruzione della nuova Stazione di Trastevere, fu deciso di realizzare un nuovo ponte ferroviario in muratura, poco distante, chiamato Ponte San Paolo. Il Ponte dell’Industria, invece, venne ristrutturato e adattato al transito veicolare e pedonale.
Due incendi, il primo il 1° febbraio 2013 e il secondo nella notte tra il 2 e il 3 ottobre 2021, hanno danneggiato la struttura. In particolare, il secondo incendio ha causato la deformazione di alcune parti in ferro, rendendo necessaria la chiusura del ponte per diversi mesi. La riapertura è avvenuta in modo provvisorio, con il divieto di transito per i veicoli con un carico superiore a 3,5 tonnellate.
foto tratta da https://www.artribune.com/professioni-e-professionisti/politica-e-pubblica-amministrazione/2021/10/p
Infine, per mettere in sicurezza il ponte e adeguarlo alle nuove esigenze della città – dovute all’aumento del traffico veicolare, alla necessità di nuovi collegamenti tra l’Ostiense e la Portuense e all’imminente Anno Santo – l’ANAS, di concerto con il Comune di Roma, il 24 luglio 2023 ha avviato i lavori di riqualificazione e consolidamento della struttura, per una spesa di circa 18 milioni di euro.
foto tratta da https://www.comune.roma.it/web/it/notizia/ponte-industria-consolidamento.page
Il consolidamento è stato realizzato mediante il posizionamento di colonne del diametro di 1,7 metri, affiancate a quelle esistenti e spinte fino a 59 metri di profondità, nelle quali sono stati iniettati dall’alto, con una tecnica innovativa chiamata jet grouting, oltre 5 milioni di chilogrammi di cemento. Inoltre, la sede stradale è stata allargata, passando da 5 a 7,5 metri, consentendo così il passaggio dei mezzi del trasporto pubblico. Ai lati della carreggiata sono state aggiunte due passerelle per pedoni e ciclisti, che potranno attraversare il ponte in tutta sicurezza.
foto tratta da https://www.agi.it/cronaca/news/2025-03-20/roma-apre-nuovo-ponte-di-ferro-dopo-incendio-30522034/
All’appello mancano ancora le famose arcate, caratteristiche del paesaggio fluviale, che dovranno essere restaurate e poi ricollocate nella loro posizione originale. Tuttavia, avranno solo una funzione estetica e non più strutturale.
Giorni fa, assieme a migliaia di altri romani e non, ho avuto il piacere di attraversare il nuovo ponte sia a piedi che in macchina e devo dire che si tratta senz’altro di un importante intervento di ingegneria, atteso da tempo. La passerella pedonale è ampia e comoda e permette di godere della vista del fiume, che si snoda tra le vecchie archeologie industriali dei primi anni del Novecento. In auto, il ponte si percorre con comodità, consentendo di risparmiare tempo e di godere di un traffico più scorrevole.
Senza dubbio, il Ponte dell’Industria – o, come lo chiamano a Roma, Ponte di Ferro – sarà una delle mete più visitate in quest’anno giubilare, insieme a tutta l’area dell’Ostiense.
foto tratta da https://www.corojewels.com/it/auguri-roma-di-gasometri-e-di-archeologia-industriale-a-ostiense/
Lo sviluppo industriale della zona ebbe inizio nel 1870, quando Roma divenne capitale dello Stato unitario, attraverso l’adozione dei Piani regolatori del 1873 e del 1883, che indicarono quest’area come polo per le attività produttive della città. Qui, a ridosso del Tevere, furono realizzati importanti esempi di architettura industriale del primo Novecento: i Mulini e il Pastificio Antonio Biondi, la Mira Lanza, i Mercati Generali, il Mattatoio, la Centrale Elettrica Montemartini, tanto per citarne alcuni. Contemporaneamente, si avviò la costruzione delle prime case operaie al Testaccio.
Al prossimo post!