Sì, sono anarchico. E voterò SÌ.

L’8 e il 9 giugno si voteranno i referendum su lavoro e cittadinanza, se non lo sapevate, non preoccupatevi, è normale dato che i media mainstream se ne guardano bene dal parlarne. Il quorum non deve essere raggiunto altrimenti i lavoratori rischiano di avere indietro dei diritti aboliti con tanta fatica dalla schifosa legge nota con il nome di jobs act a firma renzi. Così come è per il governo inaccettabile abbassare da 10 a 5 anni il tempo per fare richiesta di cittadinanza per gli immigrati che lavorano e vivono in italia. Curioso il fatto che quando c’è da legittimare il proprio potere i politici non fanno altro che ricordare l’importanza della partecipazione popolare biasimando l’astensionismo, mentre quando il potere torna al popolo come nel caso dei referendum, fanno propaganda astensionista. In passato sono andato a votare per elezioni politiche e amministrative, o meglio, mi sono recato alle urne e annullato la scheda, poi ho smesso proprio di andarci ché la puzza di democrazia mi dava la nausea. Non solo in senso figurato eh, quanto puzzano le schede elettorali, un misto di petrolio e naftalina ma con che cazzo le fanno? Per i referendum è diverso, sono andato quando trovavo i quesiti degni della mia partecipazione ed ho votato. In Italia i referendum sono solo abrogativi e se mi chiedi di abrogare una legge o parte di essa, per restituire diritti a lavoratori e minoranze, puoi star certo che ti dico sì. Non mi faccio illusioni e soprattutto non mi fido del potere. Temo che se anche si dovesse raggiungere il quorum e vincessero i Sì troverebbero il modo di aggirare la volontà popolare come è già successo con alcuni referendum passati. Ma penso anche che stare a guardare mentre calpestano i più deboli non sia un'opzione. Leggi sempre più restrittive ci hanno tolto tutti gli strumenti di lotta, dallo sciopero alle manifestazione, alla resistenza passiva, il referendum è l’ultimo che ci rimane (tra quelli pacifici). Lottare per i diritti delle minoranze, per chi lavora, per chi è escluso. Sempre per l’anarchia.