Un paese di fate. È cosi che la Valle d’Itria si presenta ai visitatori, con i suoi variopinti fazzoletti di terra, ricamati su un terreno capriccioso e variegato, circondato da antichi muretti di confine, che tagliano i colori decisi della terra, della vite, e degli alberi, e soprattutto del bianco-grigio dei trulli, incantevoli, “assurdi”, irripetibili architetture contadine.
Oggi parleremo dei fantastici trulli, e spiegherò come sono fatti. Il loro valore è inestimabile.
(Immagine di mia proprietà)
Lo spettacolo che si apre all'orizzonte, imboccando la circonvallazione che da Martina Franca porta, verso Oriente, in direzione di Alberobello, Locorotondo, Cisternino, nelle confinanti provincie di Bari e Brindisi, è unico: in un mosaico di colori accesi e contrastanti spiccano i trulli, o ””casedde”” come vengono chiamati comunemente; antiche abitazioni le cui origini si perdono nel tempo, forse fino alla preistoria. Queste caratteristiche abitazioni, che formano il nucleo centrale abitativo della vicina Alberobello, sono state seminate a grappoli nelle contrade della Murgia giungendo a toccare quasi le due sponde dell'Adriatico e dello Jonio. Ma è nella Valle d'Itria che esse, riempiono l'orizzonte, cambiano volto alla realtà, sottraendoci alla routine della quotidianità.
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I trulli, pur nella loro antica origine, rappresentano una intuizione architettonica geniale, potendo garantire riparo dalle escursioni termiche, con le loro pareti esterne spesso a volte anche più di un metro, sia con il caldo cocente dell'estate sia sotto il manto nevoso che d'inverno copre spesso queste zone, grazie alla realizzazione di due file di blocchi di pietra fra le quali vi è un'intercapedine di terra argillosa e pietrisco. Interamente costruito di pietrame calcareo, lavorato e squadrato, sovrapposto a secco, il trullo è formato da un vano circolare, recintato da un muro basso, su cui vengono sovrapposti anelli di pietra di diametro via via decrescente, che formano, alla fine un cono rovesciato. Sulla sommità viene fissato un concio più grande, lavorato a punta, sfera e semisfera.
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Il tetto è fatto naturalmente di chiancaredde che posso essere allo stato naturale oppure coperte di calce. Dalla base del tetto possono partire dei canali di pietra che convogliano l'acqua piovana verso il pozzo, che si trova all'interno del trullo; altre volte è dal cortile, lastricato di chianche, che avviene tale raccolta.
Sul trullo (che all'interno è intonacato a calce), vengono disegnati dei simboli, il cui significato ha da sempre incuriosito gli studiosi, che hanno visto in essi segni misteriosi ed affascinanti. Traendo origini da simbologie ora cristiane ora pagane, questi segni misteriosi appaiono retaggi di riti magici. Ma la sola magia che si può cogliere in queste terre , è nella loro bellezza e unicità, nel loro eternare un passato ricco di umanità, di adesione alla propria storia, di geloso culto di una memoria che si fa testimonianza visibile.
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Il trullo come lo conosciamo oggi è però molto più complesso e apparve quasi sicuramente fra il Quattrocento e il Cinquecento. Finora abbiamo visto l'unità di base del trullo, ma di solito esso è plurimo. All'interno i vani si moltiplicano, e a quello centrale, per tradizione adibito a cucina-soggiorno, si aggiungono le camere da letto, il pollaio, piccoli ambienti dotati di soppalchi ad uso di dispensa, i locali adibiti alla pigiatura del vino e alla sua conservazione in cisterne. L'ambiente centrale è coperto dalla cupola, ma questa prende delle ondulazioni per permettere la copertura dei vani laterali e quella di nuovo tondeggiante del camino, dal quale spunta una canna fumaria.
Orgogliosi dei propri trulli vanno gli abitanti di queste valli (ai quali si sono uniti, negli anni, molti forestieri innamorati di questi posti, che qui hanno preso dimora estiva), cosi che essi non lesinano l'ospitalità da sempre proverbiale.
E altrettanto genuini sono i prodotti di questa terra: l'uva, il vino, l'olio, i fichi d'india, i dolcissimi fichi, il latte, i latticini, piccoli tesori che aggiungono ricchezza all'unicità di queste valli, sempre orgogliose della propria storia.
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Finisce qui questo fantastico itinerario sulla mia terra tanto amata. Spero la lettura non sia stata troppo pesante e abbia trovato le parole giuste per attirarvi.
un abbraccio da steem.dollar.