Quanto può essere "plastico" il nostro cervello?

@steempsych · 2018-07-30 16:56 · ita

Oggi ho pensato di raccontarvi qualcosina sulle capacità di adattamento e cambiamento che ha il nostro cervello, parliamo quindi di plasticità. Possiamo dire che la plasticità è la caratteristica principale dell'encefalo che è in grado di cambiare la propria struttura o le proprie funzioni in base all'attività dei neuroni. Ma vediamo un pò più nel concreto cosa è in grado di fare...

Fonte immagine - CC0 Creative Commons

Uno degli esempi più classici che potrei esporvi per comprendere meglio di cosa il nostro cervello è in grado di fare, è la capacità di accrescimento di regioni specifiche, in base alla ripetizione di una determinata azione. Per esempio un pianista, nel muovere continuamente le dita, nel porre attenzione al suono o nel leggere contemporaneamente due righe per volta (una per la mano destra, l'altra per la sinistra), si troverà ad aver sviluppato maggiormente queste abilità che, con la continua ripetizione, si manifesteranno in una splendida melodia e, oltre a questa, anche in un aumento del volume di regioni specificatamente coinvolte dell'encefalo, a seguito della ripetizione. 

Questo accade perché nel ripetere e nel compiere un'azione, le cellule neuronali aumentano la loro attività e di conseguenza, aumenteranno anche le formazioni sinaptiche; si tratterebbe, dunque, di plasticità sinaptica , coinvolta nel processo di apprendimento, grazie al quale il sistema nervoso è in grado di modificare la sua struttura e il suo funzionamento in base a determinati stimoli. In realtà la neuroplasticità non è altro che una specie di "meccanismo di difesa" del cervello in caso di eventuali traumi o lesioni, di ristabilirsi e recuperare le proprie facoltà; in questo modo vengono ridotti eventuali effetti alteranti prodotti da disturbi o patologie.

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Ma in alcuni casi, il cervello ha bisogno di qualche tempo per elaborare dei cambiamenti a seguito di traumi; a questo proposito è nota la Sindrome dell'arto fantasma che si manifesta nel momento in cui subiamo l'amputazione di un arto, che può essere un braccio, una gamba, una mano e così via.. Quando questo accade, si ha una percezione ancora viva dell'arto amputato, e ancora funzionante. I pazienti hanno percezioni differenti come sensazioni di solletico, dolore lancinante, intorpidimento, sensazione di essere fucilati, o ancora, sensazioni di caldo, freddo e in alcuni casi perfino di piacere. 

La presenza di queste sensazioni potrebbe essere dovuta  al fatto che la corteccia cerebrale continua a ricevere segnali dalle terminazioni nervose anche a seguito l'amputazione. E' come se il cervello andasse in uno stato di "shock" dove ha bisogno di tempo per poter riorganizzare le informazioni, riavvolgersi e metabolizzare il tutto. 

L'adattamento del nostro cervello è qualcosa di incredibile, si pensi alla Sindattilia, una anomalia congenita che riguarda l'unione, o per meglio dire la fusione, di due o anche più dita delle mani o dei piedi. Anche in questo caso se si effettua un'operazione chirurgica mirata alla separazione delle dita, il nostro cervello svilupperà nuove aree in seguito all'operazione, che consentiranno di percepire le sensazioni tattili in maniera più distinta per ogni dito.

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Per cui quando noi crediamo che almeno il nostro cervello è l'unica cosa del nostro corpo che non subisce modificazioni (a differenza dei fianchi per una donna o della pancia per un uomo) ci sbagliamo di grosso! E' grazie a questa incredibile e fondamentale capacità di cambiamento del nostro cervello se noi continuiamo a riprenderci dai traumi e ad apprendere.




Ricerche correlate:

https://it.wikipedia.org/wiki/Plasticit%C3%A0_cerebrale

https://www.cognifit.com/it/elasticita-del-cervello

https://www.news-medical.net/health/What-is-a-Phantom-Limb-(Italian).aspx

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